Due fine settimana di gusto sopraffino a Sauris, che con i suoi oltre 1400 m di altitudine è il comune più alto del Friuli Venezia Giulia, e richiama turisti e visitatori per la Festa del prosciutto.
Paesaggi di una bellezza incontaminata, fitti boschi e prati verdi, ricchi di specie aromatiche e officinali, punteggiati in alta quota da orchidee e anemoni.
L’unicità di Sauris si riconosce ancora oggi in questa natura rigogliosa e selvaggia e nel modo con cui sono state conservate tradizioni secolari, d’origine bavarese, ancor vive nella parlata, nelle architetture, nella gastronomia, negli usi, nelle feste.
La cittadina friulana è nota per il suo prosciutto leggermente affumicato, ma anche per i suoi eccellenti ristoranti, per i piccoli ed accoglienti hotel, per l’albergo diffuso dove si dorme in antiche case restaurate nel rispetto dello stile originale e per i suoi artigiani che lavorano il legno, tessono, producono birra.
Festa del prosciutto; quello leggermente affumicato di Sauris
Il prosciutto crudo che si produce in questo incantevole borgo della Carnia, fra i boschi della Val Lumiei, ha un gusto inconfondibile: tutelato dal marchio d’Indicazione Geografica Protetta, è dolce e morbido, viene leggermente affumicato con legno di faggio aromatizzato con ginepro ed erbe e poi lasciato lentamente stagionare all’aria fresca e asciutta dei monti.
Nei prossimi due fine settimana il piccolo borgo montano friulano dedica questa sua specialità la Festa del prosciutto, durante la quale saranno allestiti caratteristici punti di ristoro, dove si potranno degustare prosciutto e specialità tipiche carniche, con piatti a base di prosciutto e speck, formaggi, gnocchi, carne alla griglia, piccoli frutti e dolci, senza dimenticare i vini e la birra prodotta proprio a Sauris, con l’accompagnamento di musica dal vivo e danze tradizionali.
Ad arricchire il programma, il tradizionale mercatino dell’artigianato e dei prodotti agroalimentari della montagna, le visite guidate al prosciuttificio Wolf per scoprire segreti e tecniche di lavorazione, la mostra dedicata alla “Diga del Lumiei 70 anni dopo”, le visite guidate al Centro etnografico e alle chiese medioevali di Sant’Osvaldo e San Lorenzo.