Da sempre Prato è una città “golosa”, una città da scoprire con il palato e la felicissima rassegna eatPrato winter che comincia oggi e andrà avanti fino al 23 dicembre ne è la conferma.
In effetti Prato è una città dal cuore dolce, con un’eccellente generazione di pastry chef, pasticceri artigianali e maestri cioccolatieri che fanno della città toscana la capitale della sweet valley italiana, nota a tutti per due prodotti tipici della pasticceria di tradizione ottocentesca, le Pesche di Prato ed i biscotti di Prato, più conosciuti come cantucci.
Oltre 60 le pasticcerie, i biscottifici e i forni in città e nei dintorni
E in un momento in cui la pasticceria, sempre più gourmet ma anche attenta ai prodotti locali, alla filiera corta, alla leggerezza, non è mai stata tanto amata dai Millennials, i riflettori si accendono su Prato, Maestra Pasticcera.
Tutti i weekend di dicembre la città toscana racchiusa dalle splendide mura trecentesche e circondata dalle montagne della Calvana, oasi naturale protetta, quest’anno vedrà una vera costellazione di appuntamenti organizzati dal Comune e dalla Strada dei Vini di Carmignano e dei Sapori tipici pratesi.
E siccome siamo a Natale, sarà soprattutto il profumo dei dolci appena sfornati a guidare tra forni, pasticcerie e cioccolaterie di una città che ha fatto del gusto una chiave di lettura del buon vivere, un vero e proprio stile di vita, a cominciare dal primo mattino, tanto che uno degli appuntamenti clou sono proprio le colazioni ad arte o colazioni d’autore della domenica.
eatPrato winter, si comincia dalla colazione del mattino
Qui la prima colazione è un vero e proprio rito, un piccolo capolavoro di golosità che si consuma tra forni e pasticcerie.
Difficile la scelta: dallo “scendiletto”, la sfoglia farcita di crema pasticcera servita ancora leggermente calda, al berlingozzo, e poi pan brioche, biscotti della salute, pan con l’uva, crostate, zuccherini di Vernio, mantovana, Giulebbe ai fichi di Carmignano, torte da credenza e dolci di farina di castagne, sono soltanto alcuni dei tanti dolci della tradizione pratese.
Dalla tradizione alla creatività contemporanea con il Maestro pasticcere Paolo Sacchetti che dopo avere presentato quest’estate un dolce eatPrato, totalmente inedito, sabato 15 dicembre nel suo laboratorio lancerà il dolce eatPrato Winter che andrà ad arricchire un repertorio di altri dolci testimonial di una nuova Collezione di signature cake contemporanei, rappresentativi della città.
Per non parlare poi del pan di ramerino pratese con uva sultanina e rosmarino, mix garbato di dolce e salato di origine medievale, da gustare per l’aperitivo insieme a quella mortadella di Prato IGP, Presidio Slow Food, frutto del connubio di alchermes e spezie e in abbinamento al Vermouth Bianco di Prato artigianale.
eatPrato, non solo food
Non solo food però perché la manifestazione che quest’estate, nell’Anno internazionale del cibo italiano nel mondo aveva coniugato il gusto per i buoni sapori con il gusto del bello, il cibo con l’arte, anche per l’edizione invernale coinvolge i musei più importanti della città e del territorio, intrecciando degustazioni e visite guidate, creando affascinanti contaminazioni tra le opere d’arte e l’enogastronomia di qualità made in Prato e dintorni.
Ad esempio, come lungo la strada dei vini e dei sapori dove protagonista è il Carmignano Docg, la più antica e la più piccola denominazione al mondo, con solo 200 ettari, vino che sposa mirabilmente piatti come il peposo o il sedano alla pratese.
Perché Prato è dolci ma non solo, in quanto vanta una cucina sontuosa, ideale proprio per i mesi più freddi da scoprire nei tanti ristoranti storici, trattorie di nuova generazione e bistrot contemporanei del suo centro antico, intimo e raccolto, facilmente percorribile a piedi, che all’interno delle mura trecentesche custodisce veri e propri gioielli d’arte e architettura da scoprire lungo affascinanti percorsi d’arte sempre però alternati a piccole soste per un aperitivo, uno shopping goloso, una cena gourmet.
Una città che invita a trattenersi, o al massimo concede piccole fughe, come quella alla vicina Poggio a Caiano, la Villa Medicea Patrimonio mondiale Unesco con il Museo della Natura Morta: 184 capolavori tra 1500 e 1700, anche loro da gustare meditando ancora una volta proprio su arte e cibo.