Un week end dedicato al cibo per riscoprire l’anima più vera della tradizione gastronomica bolognese. “Le Salsamentarie” e la seconda edizione del “Festival del Ragù” tornano con un ricco programma di degustazioni, dibattiti e intrattenimento di qualità.
A Bologna al centro dell’Europa, equidistante dalle grandi capitali del vecchio continente, si celebrano i saperi e i sapori della sua gastronomia, storicamente riconosciuta e rinomata come la più ricca e gustosa del mondo.
La tradizione del ragù bolognese
Una delle preparazioni più note è proprio il ragù, perfetto esempio di “slow food”, che esalta in una ricetta l’elogio alla lentezza. Il ragù è un cibo “inclusivo”, raccoglieva le famiglie e le educava all’attesa, ai profumi che si sprigionano durante la preparazione, al tempo lungo da trascorrere attorno ai fornelli. Una usanza custodita e tramandata nelle botteghe dei salsamentari, protetta oggi dall’Associazione “Ragù – The Real Bolognese Sauce”, organizzatrice e ideatrice del Festival.
Il ruolo cruciale della Mutua Salsamentari
Dopo il grande successo della scorsa edizione anche quest’anno nei suggestivi spazi di Palazzo Re Enzo dal 21 al 23 settembre si potrà rivivere la tradizione gastronomica più autentica della città, raccontando un prodotto, il ragù alla bolognese, ricetta a base di materie pregiate del territorio, insieme alla mortadella, conservata dalla Mutua dei Salsamentari in questi decenni.
La kermesse, oltre ad essere dedicata ai puristi della tradizione, comprenderà anche nuove declinazioni culinarie, sempre preparate con ingredienti di altissima gamma. Come tutte le tradizioni gastronomiche che si arricchiscono nel tempo e si trasformano seguendo l’evoluzione dei gusti, anche il ragù che conosciamo oggi è modificato rispetto alla preparazione originaria.
Anticamente, per motivi storici, il ragù non aveva la tipica colorazione rossa determinata dalla presenza del pomodoro, che è stato introdotto in epoca relativamente recente nella cucina italiana, tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800.
Si apre con la Mortadelloteca
Ad accogliere il pubblico dei visitatori nel chiostro di Palazzo Re Enzo saranno gli stessi Salsamentari con speciali degustazioni. La più iconica sarà la “Mortadelloteca” in onore di un altro celebre simbolo della città. L’esposizione sarà allargata a tutto il cibo eccellente del territorio, che farà da cornice al ragù. Parmigiano-Reggiano, mortadella e salame rosa, saranno attori comprimari alla corte del re delle ricette bolognesi.
Le Salsamentarie scendono in strada
Nelle giornate di sabato e domenica i salsamentari, unitamente alla Trattoria “Amerigo dal 1934” di Savigno esporranno in chioschi personalizzati, collocati lungo via Rizzoli, dove aveva sede l’originario “mercato di mezzo”, i loro prodotti.
Poi a Palazzo per degustare la tagliatella
La particolarità della manifestazione sta nella cura di ogni dettaglio. Nel chiostro il pubblico sarà accolto con la piacevole e tanto rinomata ospitalità petroniana: assaggi offerti per fare entrare nel giusto spirito di qualità e festosa accoglienza gli avventori, che potranno proseguire nelle degustazioni salendo nel magnifico salone del Podestà, dove sarà possibile pranzare, cenare e acquistare le tante prelibatezze in esposizione, fra cui la “regina” tagliatella al ragù, per 50 persone ogni ora.
Cibo per lo stomaco ma anche per l’intelletto
Oltre al cibo gli ideatori dell’evento punteranno anche sul nutrimento dell’anima: nella Sala Re Enzo prestigiose librerie antiquarie esporranno i loro volumi a tema gastronomico e si terranno interessanti incontri e dibattiti per tutta la durata della manifestazione. Si parlerà di storia dell’alimentazione, ma anche di innovazione e futuro della ristorazione.