Organizzata dalla locale Associazione “E Goz”, nella serata di sabato 20 gennaio, la città artusiana si riempirà di odori penetranti e si veste a festa per la Notte Rosa del Maiale.
Al calare del buio, alcuni abili macellai si metteranno all’opera per “scarnare” un maiale, la cui carne verrà lavorata e poi cotta alla brace sul posto.
Un lavoro non facile e non per tutti quello dello “scarnatore”, che richiede anni di perizia e di esperienza; il pubblico potrà assistere alla lavorazione dei norcini forlimpopolesi, prima di apprestarsi a gustare le tante prelibatezze che il generoso animale ci riserva; braciole, costine, salsiccia, cotti in piazza sulle braci, gli immancabili ciccioli, accompagnati da pane e piadina romagnola e da ottimo sangiovese e i tradizionali “cuciarul”, castagne secche cotte, oltre a tante prelibatezze locali.
Notte Rosa del Maiale, una tradizione romagnola
Una tradizione, quella della notte del maiale, che in Romagna resiste da tempo immemorabile, un vero e proprio rito, una festa di socializzazione; non sono trascorsi molti anni da quando in molte case di campagna e di collina, il giorno in cui si “sacrificava” il maiale era una vera e propria festa, soprattutto gastronomica a cui partecipava l’intera famiglia, i parenti, gli amici e spesso anche i vicini di casa, invitati per consumare il pranzo e aiutare nella preparazione dei salumi.
Un rito che quasi sempre terminava a notte fonda con l’accensione dei cosiddetti fuochi di Sant’Antonio, dove si bruciavano le fascine con le potature invernali.
Oggi i falò non si vedono praticamente più e la Festa del maiale come occasione privata di genuina convivialità pure; fortunatamente la tradizione si è trasformata diventando una festa collettiva, pubblica, anche molto apprezzata, e questa Notte Rosa del Maiale di Forlimpopoli ne è un esempio.