Quattro menu per tornare alla normalità dopo due anni di lockdown: è questa la ricetta della famiglia Zivieri con la quale suonare la carica della ripartenza al termine di un periodo difficile e pieno di sofferenze ma anche di speranze, di progetti, di voglia di riallacciare il filo di un discorso che non si è mai veramente interrotto, quello della qualità.
Quattro menu per Chef al Massimo
Ritorna così sulle ali dell’entusiasmo e della memoria, Chef al Massimo, l’ormai tradizionale kermesse del Gruppo Zivieri, giunta alla sua 12esima edizione e concepita col duplice scopo di valorizzare le carni d’eccellenza di cui la realtà Zivieri è alfiere incontrastato e celebrare la memoria di Massimo Zivieri, il precursore di tutto questo, prematuramente scomparso quattordici anni or sono.
Chi era Massimo Zivieri
Sì, perché senza l’impegno e la passione di Massimo, che nella piccola macelleria di famiglia a Monzuno iniziò per primo a proporre la carne di Fassona Piemontese del Consorzio La Granda e per primo impiantò un allevamento di suini di Cinta Senese, oggi nessuno di noi sarebbe qui a parlare di eccellenze e qualità, di selezione delle materie prime e di razze autoctone da carne.
Appuntamento alla Fattoria Zivieri
L’appuntamento, come sempre si terrà la prima domenica di settembre, ovvero il 4 del mese, e la formula resterà sostanzialmente la stessa: nella cornice agreste della Fattoria Zivieri di Sasso Marconi – l’agriturismo che la famiglia ha fortemente voluto e realizzato durante il periodo del lockdown – dodici chef tra i migliori di Bologna e provincia, ma provenienti anche da fuori zona, proporranno ciascuno una portata basata sulle pregiate carni griffate Zivieri, proposte che saranno suddivise in quattro menu e accompagnate ognuna da un vino di una diversa azienda vitivinicola.
Formula immutata: armarsi di menu e cercare lo stand
Basterà quindi comme d’habitude armarsi del menu prescelto – da acquistare on line – e di volta in volta recarsi allo stand dello chef di turno per ritirare la portata da gustare poi al proprio posto.
Nel menu verde c’è Berberè
Sono quattro, dicevamo, i menu tra cui scegliere: nel menu verde si troveranno la guancia di bovino brasata al Rosso Bologna con limone candito e chips di topinambur di Massimo Bena (Trattoria da Massimino, Pianoro), la pizza con mortadella artigianale di filiera, patate schiacciate, fior di latte di Agerola e pomodorini confit di Matteo Aloe e Andrea Aureli (Berberè Pizzeria, Bologna) e il pastrami di Mora Romagnola con crema di peperoni tardivi e salsa verde al kimchi di Alice Delcourt (Erba Brusca, Milano). In abbinamento i vini delle aziende Mattarello, La Mancina di Montebudello e Caccianemici di Sasso Marconi.
Nel menu bordeaux c’è Biagioni
Nel menu bordeaux invece chi lo dovesse scegliere potrà gustare l’insalata di bollito di Lorenzo Biagioni (Fattoria Zivieri, Sasso Marconi), le costolette di Mora Romagnola “Just Ribs” di Riccardo Forapani (Ristorante Cavallino, Maranello) e il bao di coscia di manzo di filiera Zivieri con cipolla, raviggiolo del Caseificio Valsamoggia, rucola, yogurt greco e rafano di Edoardo Grassi (Madia Cucina & Natura, Valsamoggia), il tutto innaffiato dai nettari etichettati Tenuta Casali (Mercato Saraceno), Fattoria Moretto (Castelvetro) e Tremonti (Imola).
Nel menu giallo ci sono Poggi e Fiore
Non sarà da meno il menu giallo, che andrà a includere la “bracciolina” di cervo alla griglia con polenta e mirtilli rossi di Fabio Pompanin (Ristorante Al Camin, Cortina d’Ampezzo), la piadina con pulled beef di Massimiliano Poggi (Massimiliano Poggi Cucina, Trebbo di Reno) e l’uovo con pancetta, patate e tartufo di Fabio Fiore (Quanto Basta, Bologna), specialità che sarà bello accompagnare con i vini dei Colli Bolognesi delle aziende Manaresi e Gaggioli e con quelli dei Colli Imolesi di Tremonti.
Nel menu blu c’è Bettini
Infine il menu blu proporrà la lasagna al ragù di selvaggina mista e zucca novella di Alberto Bettini (Trattoria Da Amerigo, Savigno), il maritozzo salato con giardiniera, formaggio caprino e salame rosa della Fattoria Zivieri di Jacopo Bramini e Riccardo Cecchetti (Roscioli, Roma) e il baccalà mantecato con cialda di Parmigiano di Isabella Lazzerini Denchi (Ristorante Lo Scoglietto, Livorno) e in abbinamento enologico le etichette di Fattorie Vallona e Palazzona di Maggio o in alternativa una bella bollicina.
Alla fine cocomero per tutti
Siccome poi l’estate è molto calda anziché con un dolce ipercalorico ciascun menu si chiuderà con una bella gamella di cocomero fresco da gustare tutti in compagnia.
Quanto costa e come partecipare
Il costo di ciascun menu sarà di 35 euro tutto compreso incluso il calice da degustazione, la prenotazione dei menu è da effettuarsi esclusivamente attraverso il sito internet della manifestazione a partire dal 1° agosto. Il limite massimo è di 1200 partecipanti.