L’Italia è diventata il primo produttore al mondo di kiwi; il frutto un tempo considerato esotico, è arrivato in Italia negli anni ’70 come novità e curiosità, importata dalla Nuova Zelanda e in breve tempo in Romagna e poi in Lazio, in Piemonte e in Veneto si sono sviluppati numerosi frutteti che hanno raggiunto una dimensione che ha fatto dell’Italia il Paese leader nel mondo.
Una storia di successo che ha portato questo straordinario frutto sulle tavole degli italiani ed è anche diventato il nostro ambasciatore: il Kiwi infatti è il frutto italiano più esportato nel mondo e raggiunge tutti i continenti.
Nato oltre 700 anni fa in Cina, dalle quale all’inizio del secolo scorso fu portato in Nuova Zelanda da alcuni missionari, il kiwi o «Uva Spina Cinese», come fu chiamata, era costituita da viti ornamentali rampicanti da giardino e solo successivamente, con selezioni ed innesti, i coltivatori neozelandesi riuscirono ad ottenere una varietà commercializzabile cui diedero il nome del loro uccello simbolo, il kiwi, appunto.
Dalla Nuova Zelanda ai mercati di tutto il mondo
Dalla Nuova Zelanda, in poco tempo, il frutto si impose in tutto il mondo, ed anche in Italia, per l’ottimo sapore della sua polpa e per l’alto contenuto di vitamina C e di minerali; nella classifica dei produttori di questo frutto che non può più essere considerato “esotico”, l’Italia, ha superato il paese del Pacifico, precedendo la Francia e gli Stati Uniti.
Il kiwi Igp dell’Agro Pontino
Il kiwi è uno dei tanti prodotti della terra che caratterizzano l’Agro Pontino, nella provincia laziale di Latina, prodotto Igp da una quindicina d’anni, che in questo territorio ha trovato una sua ideale zona di produzione.
I coltivatori di Cisterna di Latina e successivamente delle altre zone dell’Agro Pontino laziale sono stati i primi a credere in questa specie botanica “Actinidia deliziosa“, che qui ha trovato un’ottima collocazione per le favorevoli condizioni del clima temperato-umido e la mancanza o quasi di gelate e per le caratteristiche del suolo, sabbioso e ricco di minerali di origine vulcanica.
Qui i terreni sono infatti freschi, profondi, ben drenati e ricchi di magnesio e potassio; le piante iniziano a produrre frutti circa due anni dopo essere state impiantate; la raccolta si effettua a cavallo tra fine ottobre ed inizio novembre.
La loro lavorazione prevede che vengano selezionati a seconda delle dimensioni e poi confezionati nelle classiche cassette da frutta per la commercializzazione.
Il Kiwi Latina Igp ha forma cilindrica-ellissoidale, la buccia di colore bruno-marrone chiaro con fondo verde chiaro; la polpa è verde smeraldo chiaro, con la columella biancastra, morbida, circondata da una corona di piccoli semi neri, di buon sapore e mediamente profumata e zuccherina.
Kiwi, il marchio Solarelli di Apofruit
Con il marchio Solarelli, il Gruppo Apofruit è leader italiano di produzione di kiwi, un prodotto garantito dai produttori dei territori più vocati alla coltivazione di questo frutto dalle caratteristiche straordinarie; il territorio di coltivazione, infatti, fa la differenza nella qualità dei frutti, così come avviene per il buon vino.
I produttori di kiwi di Latina sono associati alla cooperativa Apofruit ed adottano tutte le tecniche agronomiche e colturali più idonee ad ottenere un prodotto di eccellenza.
Non è sempre facile riconoscere la qualità del kiwi; il colore è uguale per tutti i frutti, che sono ricoperti da una epidermide omogeneamente marrone chiaro.
I frutti maturi non sono profumati e quindi all’apparenza tutti i kiwi possono sembrare uguali, ma in realtà ci sono tanti fattori che determinano la qualità del frutto e molti sono legati alle modalità di coltivazione e di conservazione.
E’ importante scegliere frutti di dimensione/calibro medio alto perché sono i frutti che hanno concentrato la maggiore sostanza nutritiva dalla pianta; la buccia dev’essere omogenea e liscia, priva di raggrinzimenti o alterazioni di colore.
Esercitando una lieve pressione del pollice sul frutto deve risultare mediamente cedevole, segnale di piena maturità ma non di sovramaturazione.
Il kiwi al microscopio
Il kiwi è un frutto, definito dagli scienziati, climaterico che significa che, una volta raccolto continua il suo processo di maturazione raggiungendola dopo pochi giorni; per questo è possibile conservare i kiwi a temperatura ambiente per qualche giorno per far loro raggiungere la maturazione ideale.
Un recente studio pubblicato sul Journal of Nutritional Science ha messo in evidenza come l’apporto di vitamina C contenuta in due kiwi somministrati quotidianamente ad un campione di 50 giovani avesse influito in modo determinante sull’umore e lo stato di benessere delle persone sottoposte a trattamento ed un secondo studio ha rivelato un’altra importantissima qualità del kiwi che è quella di ridurre la presenza di zucchero nel sangue, limitando così i picchi glicemici.
Il kiwi in cucina
Viste le tante virtù di questo straordinario frutto tutto italiano è consigliabile mangiarlo tutti i giorni nella stagione invernale, soprattutto al naturale, dopo essere stato sbucciato, tagliato a fette oppure a metà e gustato con un cucchiaino.
Viene sempre più spesso adoperato anche per marmellate, gelatine di frutta, guarnizioni di dolci oppure impiegato nella preparazione di sciroppi e liquori.
Da provare lo smoothie di kiwi e menta a colazione: servono due kiwi maturi Solarelli, uno Yogurt magro alla vaniglia e qualche fogliolina di menta, per avere una ricarica di energia e buonumore di primo mattino.