Domenica di festa a Vessalico, nell’entroterra imperiese, per celebrare il suo prodotto più tipico; la Fiera dell’aglio di Vessalico torna a risplendere.
Una fiera antica almeno quanto la coltivazione dell’aglio in questo tratto della provincia di Imperia; le prime documentazioni su questa antichissima fiera risalgono all’anno 1760, ed ancora oggi i produttori di aglio della valle si ritrovano a inizio luglio e propongono questo prodotto unico frutto di duro lavoro, che i visitatori possono acquistare e degustare in tantissime ricette diverse.
Fiera dell’aglio di Vessalico, presidio Slow Food
L’Aglio di Vessalico, riconosciuto a livello europeo e con un preciso e categorico disciplinare di produzione, è un prodotto della terra particolare, con una produzione molto limitata, tanto da essere protetto come Presidio Slow Food.
La coltivazione dell’aglio di Vessalico avviene sui classici terrazzamenti liguri, ricavati sui fianchi delle colline e sostenute da muretti a secco.
La semina si fa tra ottobre e gennaio, mentre la raccolta avviene a fine giugno, quando la parte emersa si secca; dopo la raccolta l’aglio viene lasciato ad asciugare all’ombra per qualche settimana e poi intrecciato nelle classiche “reste”, le trecce fatte con 13 o 25 bulbi.
Le “reste” vengono confezionate al mattino o nelle ore serali e notturne, perché la maggiore umidità delle foglie favorisce l’intrecciatura dei bulbi.
Le caratteristiche principali di questa varietà sono l’aroma intenso ed il gusto delicato, la digeribilità e la buona conservabilità; caratteristiche dovute dal clima mite della Valle Arroscia e dai terreni particolarmente adatti a questa coltivazione.
L’Aglio di Vessalico, che non ha infiorescenza, ha un bulbo compatto costituito generalmente da dieci bulbilli, con le tuniche esterne di colore bianco-rosato ed i bulbilli di colore bianco.
Fiera dell’aglio di Vessalico; molto usato nella cucina ligure
La cucina ligure ne fa largo uso; la ricetta dell’Aiè, una crema a base di aglio, è nata proprio da queste parti; è conosciuto anche per le applicazioni in campo fitoterapico; se sono leggende che scaccia le streghe ed i vampiri, è invece provato che abbia doti di antiipertensivo, antibatterico, antiossidante e antitrombotico, oltre che come antiparassitario dell’intestino.
Nel corso della giornata sarà possibile visitare il piccolo borgo che conta all’incirca trecento abitanti, sorto lungo le sponde dell’Arroscia intorno al XII secolo, dove il torrente inizia la corsa verso la piana di Albenga e che conserva ancora edicole, capitelli, iscrizioni e portali risalenti al XIV e XV secolo; a monte dell’abitato merita una visita la Chiesa di S. Andrea con la sua architettura romanica.