Valorizzare il patrimonio faunistico bergamasco, rispettando l’ambiente e dando nuovo impulso al turismo enogastronomico attraverso la creazione di una filiera tracciata della carne di selvaggina, sono le finalità del progetto Selvatici e Buoni lanciato nei giorni scorsi presso la Comunità Montana di Clusone.

Selvatici e Buoni: i corsi di formazione

 Parte a Bergamo il progetto Selvatici e Buoni per la valorizzazione della selvagginaIl progetto, curato dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo in collaborazione con il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Milano e la Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva con il sostegno della Fondazione UNA Onlus, punta a ridare valore ad un’eccellenza alimentare troppo spesso sottovalutata come la carne di selvaggina, che nel territorio bergamasco ha enormi potenzialità considerata la presenza di oltre 13.000 ungulati selvatici tra cui cervo, camoscio, capriolo e cinghiale.

 Parte a Bergamo il progetto Selvatici e Buoni per la valorizzazione della selvagginaA margine della cerimonia di presentazione è partito il primo corso di formazione per “persona formata” previsto nell’ambito delle azioni dal progetto a cui hanno partecipato 35 iscritti; le altre lezioni previste si effettueranno il 26-28-30 settembre e il 2 ottobre.

Al primo, seguirà un secondo corso a Bergamo a fine ottobre ed un terzo a gennaio.

Selvatici e Buoni: Bergamo fa da apripista

Il territorio bergamasco fa da apripista nazionale per il progetto Selvatici e Buoni che si auspica possa venire replicato anche in altre provincie italiane per valorizzare le eccellenze faunistiche locali.

Il progetto è la sintesi di un lungo e impegnativo lavoro di consultazioni ed incontri tecnici tra istituzioni e stakeholders locali, i quali saranno anche parte attiva nelle sue fasi operative.

 Parte a Bergamo il progetto Selvatici e Buoni per la valorizzazione della selvagginaCon Selvatici e Buoni si attribuisce valore ad una carne tanto pregiata quanto sottovalutata, nella cui filiera saranno introdotti criteri di tracciabilità, sicurezza alimentare, trasparenza e legalità.

Un progetto che sarà inoltre molto utile anche al territorio per produrre nuova economia e nuovo lavoro, riconoscendo un ruolo positivo della caccia e dei cacciatori visti come “paladini del territorio e della biodiversità”.

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