Da qualche settimana è stato reintrodotto l’obbligo di indicare in etichetta lo stabilimento di produzione sulle confezioni di molti prodotti alimentari, compresi i prodotti gluten free che finiscono sugli scaffali dei supermercati.

Prodotti gluten free, un mercato in crescita esponenzialeSecondo una recente indagine condotta da “Osservatorio Immagino”, questi prodotti hanno raggiunto una quota di mercato del 12,8% dei prodotti in vendita, con più di 4.500 referenze tra prodotti senza glutine e senza lattosio, per un valore che ha già superato i 3 miliardi di euro.

Prodotti gluten free: li comprano anche chi non ne avrebbe bisogno

Ad acquistarli non sono però solamente le persone che soffrono di celiachia e intolleranze alimentari più o meno gravi, ma anche molti consumatori che “malati” non sono.

Prodotti gluten free, un mercato in crescita esponenzialeSe i prodotti gluten free certificati dall’Associazione Italiana Celiachia rappresentano la fetta più rilevante di questo mercato, nello scorso anno sono stati i prodotti senza lattosio a fare la migliore performance, con un incremento economico del 13,8%.

Prodotti gluten free: l’etichetta può aiutare nella scelta

Abrogata a fine 2013, dal mese scorso è tornata obbligatoria la dicitura in etichetta dello stabilimento di produzione, in modo da essere ancora più trasparente ed esauriente per i consumatori, anche se, comunque, il decreto ha validità solo per gli alimenti prodotti in Italia.

Prodotti gluten free, un mercato in crescita esponenzialeInfatti i produttori stranieri che non indicano il luogo di produzione rispettano comunque il regolamento dell’Unione Europea, quindi non sono tenuti a rispettare l’obbligo, anche se piazzano i loro prodotti nei negozi e supermercati italiani.

La norma è inoltre di particolare rilevanza in caso di allarme per determinati prodotti quando possono risultare dannosi per la salute e vanno ritirati con prontezza dal mercato, facilitando il lavoro delle autorità sanitarie nei confronti dei produttori.