Il Baglioni, come un gigante se ne sta piantato lì, all’inizio di via Indipendenza, l’arteria principale del centro storico di Bologna.
Il Baglioni, simbolo del lusso a Bologna
Con la sua facciata neoclassica, il suo ingresso sempre sormontato da bandiere assortite e l’usciere in livrea a montare la guardia, sembra quasi l’ultimo testimone di un’epoca ormai remota, quando stile ed eleganza ancora significavano qualcosa.
Dal Majestic al Baglioni il passo è breve
In città lo chiamano tutti “il Baglioni”, facendo riferimento al suo nome storico anche se oggi la denominazione corretta – da quando è entrato a fare parte del gruppo Due Torri – è Grand Hotel Majestic, ed è senza dubbio possibile l’albergo più sfarzoso che vi sia nel capoluogo emiliano, unico a vantare la categoria 5 stelle Lusso.
Il gigante elegante testimone di Bologna
Un albergo che in effetti di testimonianza delle epoche passate è in grado di portarne in abbondanza grazie ai suoi 110 anni di storia nei quali ha visto passare celebrità internazionali, vicende che hanno fatto la storia, cambiamenti epocali (sì, anche di nome).
Una storia lunga 110 anni
Era infatti il lontano 1912, nel pieno della Belle Epoque, quando venne deciso di trasformare parte dell’antico Palazzo Fava in una pietra miliare dell’accoglienza che da allora, salvo un lungo periodo di ristrutturazione nella seconda metà del ‘900 e un’esperienza poco piacevole come sede dell’Alto Comando tedesco durante l’ultima guerra mondiale, è stato la meta irrinunciabile delle personalità importanti in visita o di passaggio all’ombra delle Due Torri.
Le celebrità che hanno frequentato il Grand Hotel
Capi di stato e di governo, divi di Hollywood e del cinema nostrano, stelle del rock e della lirica, figure di primo piano della cultura internazionale, nessuno ha mancato il suo appuntamento della vita con il Baglioni: da Filippo Tommaso Marinetti, il padre del Futurismo cui oggi è dedicato il caffè dell’albergo, realizzato in puro stile art deco di inizio XX secolo, a Lady Diana, da William Holden a Luciano Pavarotti, da Marylin Monroe a Sting, da Bono Vox al Principe Alberto II di Monaco, da Carla Fracci ai Rolling Stones, da Paul McCartney a Martin Scorsese, solo per citare una minima parte delle celebrità che ne hanno varcato la soglia.
Un direttore di lungo corso
Oggi a vigilare sul gigante elegante di Bologna c’è Tiberio Biondi, da ben 35 anni direttore dell’hotel dove iniziò a lavorare ai tempi del grande rilancio negli anni ‘80 e che, gestendo magistralmente i rapporti con la clientela, più o meno famosa, ha reso questo monumento dell’accoglienza un luogo vivo.
Un luogo aperto alla città
Il Baglioni infatti è protagonista di alcuni tra i momenti più entusiasmanti della vita mondana e culturale bolognese, con le sue 106 tra stanze e suite decorate negli stili più diversi, dal classico veneziano al Primo Impero francese, con il suo ristorante I Carracci, che ha visto ai fornelli alcuni tra i più bravi chef bolognesi e oggi nelle mani di Guglielmo Araldi, ma che soprattutto vanta sui propri soffitti gli splendidi affreschi grazie ai quali i fratelli Annibale e Agostino (Carracci, appunto) nel ‘500 conquistarono la loro ben meritata fama, con i ruderi dell’antica strada romana del 189 A.C. ancora visibili nelle fondamenta e con l’avveniristico centro benessere prediletto anche da tanti bolognesi.
I riconoscimenti internazionali
Un’eccellenza del Made in Bologna, il Baglioni, che recentemente è comparso anche della selezione Card Member Favourites dell’American Express, segno dell’amore e dell’affetto che in questi 110 anni è riuscito a riscuotere in ogni angolo del mondo.
Il Baglioni festeggia in stile Belle Epoque
Un successo che vedrà la sua celebrazione lunedì 12 dicembre con un grande party pre-natalizio dove, tra canti tradizionali eseguiti dagli artisti della Compagnia Teatro Musica Novecento diretti dal Maestro Stefano Giaroli, con la partecipazione straordinaria del tenore Stefano Consolini, e rimembranze ispirate agli anni ’10 del XX secolo, sarà anche possibile assaggiare l’edizione speciale del “Roberta”, il signature cocktail con cui Pietro Cuccoli, capo barman del Baglioni dal 1933 al 1975, vinse nel lontano 1963 la medaglia d’oro all’International Cocktail Competition di Saint-Vincent.