Ravenna ha provato a tornare, almeno per un anno, la capitale che era durante il periodo bizantino; essere cioè nel 2019 la Capitale Europea della Cultura; non c’è riuscita, perché la scelta è caduta su Matera, la città dei Sassi, che ha superato quella dei Mosaici nelle preferenze.
L’ultimo è stato comunque un periodo di grande importanza strategica per una città che ha fatto proprio dell’arte e della cultura il suo volano di sviluppo, investendo risorse importanti negli anni passati in questo settore, con l’organizzazione di manifestazioni culturali di ogni tipo, mostre d’arte, rassegne concertistiche di livello internazionale e via dicendo.
Il riconoscimento sarebbe stato la ciliegina sulla torta che avrebbe portato con sé un forte aumento del numero di presenze turistiche dall’Italia e dall’estero, con un indubbio vantaggio economico per la città, per l’intera Romagna ed anche per le altre città d’arte italiane.
Lo hanno ben compreso gli altri capoluoghi romagnoli, Forlì e Rimini, che hanno sostenuto entrambe, assieme alle rispettive provincie, la candidatura di Ravenna a Capitale Europea della Cultura del 2019.
Anche se quel giorno non è alle porte, almeno non nel 2019, oggi l’esigenza più sentita quando si decide di andare in vacanza si è via via venuta sviluppando una particolare sensibilità nei confronti della natura e dell’arte.
E’ sorto in un numero sempre più esteso di persone il desiderio di trovare un modo per non soccombere ai ritmi di vita che la società moderna ci impone e per sopravvivere nella giungla della congestione urbana.
Per ritrovare la serenità psicologica ottenebrata durante tutto l’anno, il turista moderno è diventato capace di guadare torrenti fangosi, costruire rifugi di fortuna, cibarsi di radici e frutti di bosco ma, senza arrivare a questi estremi, ha compreso l’importanza di rifugiarsi per qualche ora tra i boschi, o godere di un paesaggio suggestivo, o della gioia di un piatto tipico del posto.
Ad est di Ravenna, città d’arte romagnola, antica capitale lagunare, si estende un litorale ancora intatto, circa trenta chilometri di costa dove il turismo non ha mai selvaggiamente predato i piccoli centri balneari massificandoli alla cementificazione e al divertimento, e dove le spiagge sono tuttora vaste estensioni dorate non sottoposte all’aggressione esasperata della presenza estiva di massa.
Questo probabilmente, perché Ravenna é ancora, nonostante tutto, una “strana” città, tenuta storicamente al di fuori delle principali vie di comunicazione, il cui sviluppo si è orientato nel tempo ad una conformazione pressoché isolata, soprattutto come fatto culturale, oltre che logistico.
Ma se oggi le vie di comunicazione sono tali da garantirne un’accessibilità abbastanza agevole, con la superstrada E7-E45 da Roma, l’autostrada A14, da Bologna, la Statale 16 Adriatica da Ferrara a Rimini, la sua posizione “defilata”, protetta anche dalla particolare configurazione ambientale valliva, che all’epoca di Teodorico e poi di Giustiniano ne decretò la fortuna imperiale, in seguito divenne la vera causa del suo isolamento, facendone quella città del “silenzio” cantata da poeti antichi e moderni.
Oggi questa città e questo territorio possono vantare un grande privilegio, un grande merito che appaga tutti coloro che desiderano andare in vacanza cercando tranquillità, ma soprattutto la scoperta di luoghi ancora intatti dove la presenza umana fortunatamente non è avvertibile.
Qui, tra la costa e l’immediato entroterra, valli, tipiche “piallasse” e la pineta, è possibile riscoprire una natura veramente incontaminata e unica in Italia.
Ravenna, con le sue antiche basiliche paleocristiane, gote e bizantine, strutture che rimangono disperse in città, quasi nascoste, nelle sue strade, le piazze, gli edifici, in un tessuto urbano modesto, discreto, tranquillo, risulta essere una città a misura d’uomo, come si diceva un tempo.
Il turista potrà camminare lungo le strette vie trovandosi sorprendentemente di fronte ad una antica, preziosa basilica miracolosamente “ritagliata” tra gli edifici circostanti.
Il rapporto che questa città ha avuto nel passato con l’Oriente fin dai tempi di Costantinopoli, l’antica Bisanzio, è evidente anche nei singolari campanili cilindrici su base quadrata, sorti inspiegabilmente tra il X e l’XI secolo a fianco di chiese risalenti al V secolo, eccezionalmente simili ai minareti delle moschee arabe edificate proprio nel medesimo periodo.
Ma la presenza di una cultura fortemente orientale si avverte soprattutto entrando nelle basiliche riccamente decorate di mosaici bizantini.
Passeggiando per il centro, a Ravenna, non si corrono grandi pericoli; il centro storico ha molte strade pedonalizzate con diversi parcheggi a ridosso del centro storico ed un servizio pubblico di noleggio biciclette molto apprezzato anche dai turisti.